quinta-feira, 24 de setembro de 2009
LA CANZONE DEGLI UOMINI
Quando una donna, di una certa tribù africana, sa di essere incinta, si addentra nella selva
con altre donne e insieme pregano e meditano fin quando appare la “canzone del bimbo”.
Quando il bimbo nasce, la comunità si riunisce e gli canta la sua canzone.
Ben presto, quando il bimbo comincia ad essere educato, il popolo si riunisce e gli cantano la sua canzone. Quando diventa adulto, la gente si riunisce nuovamente e canta.
Quando arriva il momento del suo matrimonio la persona ascolta la sua canzone.
Finalmente, quando la sua anima sta per andarsene da questo mondo,la famiglia e gli amici gli si avvicinano e, alla maniera di quando nacque, cantano la sua canzone per accompagnarlo nel “viaggio”.
In questa tribù dell’Africa c’è un’altra occasione nella quale gli Uomini cantano la canzone.
Se in alcun momento della vita la persona commette un crimine o un atto sociale aberrante, lo conducono fino al centro della tribù e le persone della comunità formano un circolo attorno a lui.
E allora gli cantano la sua canzone.
La tribù riconosce che la correzione di condotte anti-sociali non è il castigo;è l’amore e la memoria della sua vera identità.
Quando riconosciamo la nostra propria canzone non ci viene voglia ne’ necessità di pregiudicare nessuno.
I tuoi amici conoscono “la tua canzone” e te la cantano quando la scordi.
Quelli che ti amano non possono essere ingannati dagli errori che hai commesso
o per i lati oscuri che mostri agli altri. Loro ti ricordano la tua bellezza quando ti senti brutto;
la tua totalità quando ti senti straziato; la tua innocenza quando ti senti in colpa ed i tuoi propositi quando ti senti confuso.
Tolba Phanem
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